La vita automatica, di Christian Oster
Jean è un attore con un’alterna fortuna professionale. Tornato single dopo una relazione complicata, vive da solo in una casa di campagna.
Immerso nei suoi pensieri, un giorno esce in giardino e dimentica una pentola sul fuoco; bastano pochi minuti e nell’abitazione si scorgono i primi segnali di un incendio.
Basterebbe chiamare i vigili del fuoco per risolvere una situazione che non sembra essere troppo grave, ma Jean guardando l’edificio – e probabilmente rivedendo lì dentro parte della sua vita -, decide di andarsene lasciando che il fuoco compia il suo dovere.
Prende poche cose e raggiunge Parigi, dove incontra casualmente un’attrice di successo, France Rivière, che si offre di andare a vivere nel suo appartamento. I due si conoscono appena, ma Jean accetta di buon grado l’invito, immaginando sia un’occasione non solo di trovare riparo, ma di rientrare nel giro giusto delle produzioni cinematografiche.
La vita automatica
A casa di France si respira un’atmosfera solitaria, nonostante la presenza dell’affezionato maggiordomo e la visita del figlio di lei, Charles.
L’attore instaura un legame particolare proprio con Charles, recatosi dalla madre dopo essere uscito da una clinica psichiatrica. I due si intendono senza parlarsi molto, e stabiliscono un rapporto basato su una cieca fiducia che li porta a condividere esperienze molto intime.
Jean sembra abbandonare progressivamente la sua vita passata a favore di un’esistenza nuova che sembra procedere per sottrazione: è nella perdita che l’uomo sembra trovare la propria ricchezza. Lasciando la vecchia casa e la vecchia vita sembra voler annullare ricordi ed emozioni, e in effetti tutta la storia, pur essendo ricca di avvenimenti e momenti empatici, è raccontata attraverso una scrittura che tende ad appiattire ogni stimolo emotivo.
Oster in questo romanzo breve utilizza uno stile asciutto che rende l’atmosfera paranoide e inquieta. La vita automatica è a tutti gli effetti un noir psicologico che non promette consolazione ma offre un continuo cambio di scenario psicologico e materiale che rende la lettura non sempre facile ma estremamente intrigante e affascinante.
Oster, Christian, La vita automatica, Edizioni Clichy, 2019, traduzione di
Tommaso Gurrieri, pp. 168, euro 15,00
Christian Oster è nato a Parigi nel 1949. Il suo romanzo più noto è Il mio grande appartamento (Prix Médicis 1999, pubblicato in Italia da Barbès nel 2009). Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Une femme de ménage (2001), Nella cattedrale (2010, pubblicato in Italia da Barbès), Rouler (2011) e En ville (2013). Clichy ha pubblicato nel 2017 il noir Il cuore del problema.