Stavros, di Sophia Mavroudis
Sui classici greci sono ferrata ma sulla letteratura contemporanea ho delle lacune, quindi sono stata molto felice di indossare gli abiti – il peplo mi sembrava esagerato – del segugio e andare a spiare un po’ dentro questo noir ambientato ad Atene.
Il commissario Stavros Nikopolidis deve indagare sull’omicidio di un archeologo il cui corpo viene teatralmente ritrovato nei pressi dell’Acropoli, e il caso riapre uno squarcio sul passato: quel delitto ne ricorda uno quasi identico, avvenuto dieci anni prima a danno di un professore universitario che studiava gli scavi archeologici nel sito che, all’epoca, era diretto da Elena, che di Stavros era la moglie e che a sua volta era stata ritrovata carbonizzata. A fare da sfondo alla vicenda di allora c’era la scomparsa di un prezioso fregio del Partenone, e il presunto traffico di opere d’arte è centrale anche in questo nuovo caso.
Questo è il secondo libro della serie di Stavros ma il primo tradotto in italiano, il che poco conta perché la regola aurea coi personaggi seriali impone che gli autori seminino dettagli che permettono di ricostruire a livello macroscopico il contesto.
Sophia Mavroudis fa un buon lavoro, riempie la narrazione di personaggi caratteristici, alcuni, tipo Matoula riusciti proprio bene, e di riferimenti storici che talvolta sono affascinanti e altre volte feriscono – il riferimento al regime dei Colonnelli rivela il dolore non solo dei singoli ma dell’intera Grecia -, ma è nel calare la narrazione nella contemporaneità che secondo me dà il meglio: parla di collusione, di speculazione e di traffici e li inserisce in un contesto di grande attualità.
Qualche perplessità invece rispetto all’eccesso di dettagli che non servono a rendere più rotonda la storia e rischiano invece di impigrire l’immaginazione di chi legge, e anche nei confronti di qualche scena che mi ha ricordato le azioni rocambolesche de Il tulipano nero. Il lettore esperto di noir troverà qualche ingenuità nella struttura del romanzo, che non è indimenticabile ma certamente godibile per chi desidera un paio d’ore di distrazione.
Mavroudis, Sophia, Stavros, E/O, 2022,traduzione di Giovanni Zucca, pp. 216, euro 16,00
Sophia Mavroudis è nata a Casablanca nel 1965 da padre greco e madre francese, è cresciuta in Grecia, paese che continua ad amare. Di sé dice di avere una doppia cultura, e una doppia sensibilità. Laureata in Scienze politiche con specializzazione in relazioni internazionali e conflitti europei, è stata insegnante, ricercatrice e consulente. L’autrice ha concepito il progetto seriale delle inchieste del commissario ateniese Stavros Nikopolidis, con il poliziesco e il noir come chiave per raccontare la Grecia, in magmatica trasformazione dopo la crisi economica del 2008. Il primo romanzo della serie, Stavros, pubblicato in Francia da Jigal nel 2018, è stato finalista ai premi Premier Roman Dora-Suarez 2020 e Lion Noir 2020. Sono finora seguiti Stavros contre Goliath (Jigal, 2020) e Stavros sur la route de la soie (Jigal, 2021).