Baci all’inferno, di Ariana Harwicz
Sono infinite le sfumature che caratterizzano i rapporti tra madri e figli, e i due racconti lunghi che compongono Baci all’inferno, di Ariana Harwicz in libreria per Ponte alle Grazie, ne isolano alcune che, come suggerisce il titolo, definiscono rapporti complessi e dolorosi.
Il primo racconto, La debole di mente, è il flusso di coscienza di una figlia che rimanda a istantanee della propria vita con la madre. La narrazione che procede con un susseguirsi di incisi, è costruita per impedire a chi legge di uscire, anche solo per un momento, dall’atmosfera torbida e angosciante che definisce il rapporto delle due donne; un rapporto definito dalla sottrazione più che dalla costruzione, dal possesso più che dalla relazione, dal terrore dell’abbandono. Ogni inciso è la fotografia di un vuoto, di una paura, di una ferita.
In Precoce si invertono i ruoli: è alla madre che viene affidato il compito di raccontare la relazione col figlio, basata ancora una volta su presupposti di possesso e controllo.
Baci all’inferno
In entrambi i casi viene da riflettere sul concetto delle relazioni familiari e di quanto queste siano, per loro stessa definizione, responsabili del senso di appartenenza che a volte sfocia nel senso di dipendenza, da una parte e dall’altra. Cosa accadrebbe se i personaggi che qui vengono presentati decidessero di sganciarsi da questa relazione? Cosa, o chi, resterebbe in piedi?
Baci all’inferno è un testo che ha bisogno di sedimentare; bisogna superare lo shock di un linguaggio molto crudo che per un po’ blocca la mente lì, tra le parole che rimandano a immagini che fanno male, ma che poi lascia spazio a riflessioni che seppur lontane dalle dinamiche lette, sono a mio parere universalmente valide.
Harwicz, Ariana, Baci all’inferno, Ponte alle Grazie, 2022, traduzione di Marta Rota Núñez e Giulia Zavagna, pp. 208, euro 16,90
Ariana Harwicz (Buenos Aires, 1977) è scrittrice, sceneggiatrice e documentarista. Dopo gli studi a Parigi si è trasferita definitivamente in Francia. Ammazzati amore mio (2012, candidato al Booker Prize), il suo primo romanzo, è tradotto con grande successo in oltre dieci lingue. Ponte alle Grazie ha anche pubblicato Baci all’inferno (2022), la raccolta dei due romanzi brevi che completano la sua Trilogia della passione.