Demon Copperhead, di Barbara Kingsolver
Lo strano caso di Demon Copperhead e di due metà che non appartengono alla stessa mela.
In libreria per Neri Pozza e tradotto da Laura Prandino, Demon Copperhead si fregia del titolo di vincitore del premio Pulitzer 2023 ed è certamente uno dei titoli di cui negli ultimi mesi si è più sentito parlare.
La fascetta promette “la storia di un ragazzo che nessuno vuole ma che i lettori adoreranno”, e io sono stata certamente una di quei lettori più o meno fino alla metà del libro. Demon Copperhead (sì certo, il tributo è a David Copperfield nel nome e nella storia) nasce e cresce in una casa mobile in una contea della Virginia, circondata dagli Appalachi. Sogna di vedere l’oceano, ma la madre in perenne disintossicazione, la povertà, l’emarginazione sociale e la mancanza di prospettive non gli consentono nemmeno di provare a immaginarsi fuori dalla Lee County, lontano dalle piantagioni di tabacco e dalle miniere che inghiottono sogni e vite. Eppure Demon è, a modo suo, un viaggiatore: di famiglia in famiglia, di affido in affido scopre, in un gioco al ribasso, le peggiori sfumature dell’umanità che popola il suo mondo. Il suo è un viaggio tra la violenza, lo sfruttamento, le privazioni, le umiliazioni, il retro rancido delle botteghe, il sapore del tabacco, la fame e il freddo. Ma è anche uno sguardo sugli altri, quegli altri che nello schifo che lo circonda riescono a mostrargli un lato diverso dello stare al mondo. Persone di poca teoria e grande pratica, che gli forniscono però degli strumenti che diventano i puntelli su cui può pensare di costruire un po’ di stabilità.
Demon Copperhead
E questa è la prima metà, quella che funziona. Quella in cui Demon è in bilico tra la tentazione di mollare e la facoltà di perseverare e sperare che qualcosa cambi a suo favore. Quella in cui chi legge è lì con lui, e pur avendo una sensazione indefinita di tragedia incombente pensa che anche per questo ragazzo ci debba essere una possibilità, una via d’uscita, l’oceano all’orizzonte. E poi cambia tutto.
Succede quando il ragazzo Demon diventa l’adolescente Demon che, finalmente, è approdato in un porto sicuro che ha le fattezze della casa del coach della squadra di football locale. Ci sono dei muri salubri, dei pasti veri, un letto, un futuro. E le droghe.
Perché chi nasce nella Lee County sembra destinato a riproporre dinamiche che sono le stesse dalla notte dei tempi: vivere quei luoghi significa agire in un modo che conduce al disfacimento, e l’unico modo di salvarsi è andarsene. Andarsene dove, però? Cosa c’è oltre i confini del mondo che si conosce? Nel dubbio è meglio restare e sperare, ma Demon alle speranze non ha mai creduto molto, e infatti crolla.
Un romanzo, si diceva, idealmente diviso in due metà: la parte dell’infanzia che è quella dell’empatia, e quella della giovinezza che è la metà della mela che non convince. Tanto è il senso di appartenenza iniziale, quanto quello di smarrimento del proseguo: un proseguo dove la rotondità dei personaggi soffre una narrazione che assume i tratti di un manifesto che denuncia le condizioni sociali di una popolazione della middle America lasciando lungo il percorso più di qualche sospeso. Non è più chiaro, a un certo punto, quale sia il senso del racconto, e il Demon che lasciamo sul finale somiglia poco all’evoluzione di quello che abbiamo incontrato all’inizio.
Certe volte non si trova la giusta metà della mela, e questa è una di quelle volte.
Kingsolver, Barbara, Demon Copperhead, 2023, Neri Pozza, traduzione di Laura Prandino, pp. 656, euro 20,90
Barbara Kingsolver è un’autrice statunitense. Laureata in biologia, è considerata una delle scrittrici americane contemporanee più importanti. Nel 2000 le è stata assegnata la massima onorificenza statunitense in campo artistico, la National Humanities Medal, e nel 2010 ha vinto l’Orange Prize. Nel 2023 si è aggiudicata anche il Premio Pulitzer con Demon Copperhead, pubblicato in Italia da Neri Pozza. Tra i suoi titoli ricordiamo anche, Il canyon dei sogni (Sperling & Kupfer, 1997), L’ albero dei fagioli (Sperling & Kupfer, 2002), Un nuovo mondo (Sperling & Kupfer, 2020) e La collina delle farfalle (Beat, 2023).