Fame d'aria, di Daniele Mencarelli
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Fame d’aria, di Daniele Mencarelli

Fame d'aria, di Daniele Mencarelli

Sulla scia della fortunata serie Tutto chiede salvezza, trasmessa da Netflix ma, mi pare doveroso ricordarlo, ancor prima mirabile romanzo che nel 2020 si è aggiudicato il Premio Strega Giovani, è uscito un romanzo breve di Daniele Mencarelli.

Fame d’aria, da pochi giorni in libreria per Mondadori, è la storia di un padre, Pietro, e di un figlio, Jacopo, che sono in viaggio verso la Puglia per quello che dovrà essere un momento felice.

Lungo la strada però, in un luogo sperduto del centro Italia, la vecchia Golf di Pietro li abbandona e il viaggio si deve almeno momentaneamente interrompere per consentire all’unico meccanico della zona di trovare i pezzi di ricambio dell’auto. La coppia di viandanti trova alloggio in una pensione che non vede ospiti da molti anni, e che è anche l’unico bar e l’unico ristorante della zona.

Fame d’aria

Quello che potrebbe sembrare un impiccio dai tratti quasi romantici, è per Pietro un ostacolo di proporzioni giganti. Ha pochi soldi in tasca e le carte bloccate fino all’accredito del successivo stipendio, e si sente mortificato nell’avere come unica garanzia di solvenza il figlio.

Sì perché Jacopo, un ragazzone di diciotto anni, è autistico a bassissimo funzionamento, che tradotto significa totale dipendenza dagli altri, impossibilità di parlare e di esprimere bisogni se non con dei suoni che solo l’orecchio esperto di chi l’ha cresciuto può riconoscere. E Pietro è mortificato perché quel figlio così ingombrante è un lasciapassare, ne è consapevole, solo per la pena che genera nelle persone.

Quel ragazzo che da piccolissimo sembrava perfetto, è diventato negli anni fonte di preoccupazione, tensione con la moglie, con le famiglie d’origine, e una cambiale vivente. Jacopo li ha ridotti sul lastrico a furia di terapie che non hanno funzionato, visite specialistiche e ancora terapie, e ancora visite. E la vita di Pietro è diventata un’ininterrotta millantazione coi creditori rispetto a soldi che arriveranno, una finzione continua coi conoscenti ai quali sente di dover mostrare che comunque va tutto bene. Finge con tutti, Pietro, ma non con Jacopo. Non con questo figlio che in privato chiama dispregiativamente Scrondo e davanti al quale ha scatti d’ira, ma che non smette di essere il suo primo, enorme pensiero in ogni momento della giornata.

Ancora una volta la profondità delle storie di Mencarelli sta nel viaggio che fa fare al lettore, nell’uso delle parole mai utilizzate a caso e nella verità che permea ogni pagina. E proprio la verità è il tema del romanzo, quella che si trova nei pensieri di un padre sfinito che non ne può più di sopravvivere arrancando, che ha il coraggio di dire, almeno a sé stesso, che un figlio così non lo avrebbe voluto, che crescerlo lo distrugge, che la pietà della gente non serve e non consola ma invece strazia, e che la malattia non è per niente un dono.

Mencarelli, Daniele, Fame d’aria, Mondadori, 2023, pp.180, euro 19,00

Daniele Mencarelli nasce a Roma, nel 1974. Le sue poesie sono apparse su numerose riviste letterarie e in diverse antologie tra cui L’opera comune (Atelier) e I cercatori d’oro (clanDestino). Le sue raccolte principali sono: I giorni condivisi, (clanDestino, 2001), Guardia alta (La Vita felice, 2005).
Con nottetempo ha pubblicato Bambino Gesù (vincitore del premio Città di Atri, finalista ai premi Luzi, Brancati, Montano, Frascati, Ceppo) nel 2010 e Figlio nel 2013. Sempre nel 2013 è uscito La Croce è una via, Edizioni della Meridiana, poesie sulla passione di Cristo. Il testo è stato rappresentato da Radio Vaticana per il Venerdì Santo del 2013. Nel 2015, per il festival PordenoneLegge con Lietocolle, è uscita Storia d’amore. Del 2018 è il suo primo romanzo La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima), nel 2020 esce sempre per Mondadori, Tutto chiede salvezza, nel 2021 Sempre tornare (candidato al Premio Europeo della Letteratura 2022) e nel 2023 Fame d’aria. Collabora scrivendo di cultura e società con quotidiani e riviste.

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