La misura eroica, di Andrea Marcolongo
Dopo il successo de La lingua geniale, Andrea Marcolongo torna in libreria con La misura eroica, Mondadori, un libro che prende spunto dal mito degli Argonauti per accompagnare il lettore in un percorso che dall’antichità conduce nel presente e getta uno sguardo verso il futuro.
Gli Argonauti erano eroi che, guidati da Giasone, si avventurarono in un viaggio a bordo della nave Argo per raggiungere la Colchide e conquistare il vello d’oro. Così li racconta nel III secolo Apollonio Rodio, in uno dei poemi epici più antichi e affascinanti della letteratura greca, ripreso oggi dall’autrice di Crema.
“Chi mi pone delle domande mi fa un regalo, chi mi dà risposte mi insegna una lezione”.
È iniziata così la chiacchierata con Andrea Marcolongo, ragionando su come il suo ultimo libro sia un testo per chi ha voglia di farsi delle domande, e non cerca necessariamente risposte.
La misura eroica
A volte mi capita di procrastinare la stesura dei pezzi perché ho bisogno di comprendere il mio reale interesse a parlare di un testo. Altre volte invece rimango così colpita e affascinata da quello che ho letto da sentire la necessità di lasciare che i pensieri scorrano liberamente e tocchino le corde giuste prima di poterne scrivere, e questa è una di quelle volte. Perciò ho scelto di non trascrivere l’intervista con la classica impostazione di domanda e risposta, ma di seguire un filo emotivo secondo un flusso di coscienza.
Andrea Marcolongo parla della letteratura greca come della storia d’amore più lunga e bella della sua vita, e lo fa in modo delicato, tralasciando completamente l’approccio didascalico.
Ha scelto di narrare il mito degli Argonauti per la bellezza della storia e per la genuinità dei personaggi, eroi semplici che si mettono in viaggio per raggiungere l’amore, non per fare la guerra.
Il viaggio, per l’appunto, è il grande tema che sta al centro della narrazione; un viaggio fisico che serve per raccontare quello interiore, per trovare risposte alle domande della vita e per farsene di nuove, seguendo rotte prestabilite ma abbandonandosi anche all’ignoto, lasciandosi sorprendere.
E allora gli eroi antichi ci aiutano a capire che anche noi che con coraggio sappiamo scegliere per noi stessi, seguendo i nostri ideali, siamo eroi. Eroi in viaggio verso la crescita.
C’è grande amore nella sua scrittura, e non potrebbe essere diversamente perché scrivere di ciò che si ama significa riscoprire (e far scoprire, nda) la meraviglia, senza scendere a compromessi e concedendosi di esplorare nuovi ambiti. Da qui la volontà di produrre qualcosa di diverso rispetto al libro precedente, perché pur rimanendo fedele all’amore per la cultura classica, continuare a scrivere solo della lingua greca l’avrebbe inaridita, e se avesse tradito sé stessa avrebbe tradito anche i suoi lettori.
I lettori, per l’appunto, che non sono solo amanti del greco. I lettori di Andrea Marcolongo hanno un’età che va dagli otto ai novant’anni, e sanno che i suoi non sono libri didattici che servono a prepararsi a un’interrogazione, ma un modo di condividere amore.
Leggere La misura eroica e chiacchierare con Andrea Marcolongo mi ha fatto tornare ai pomeriggi china sulle versioni, ma ancor più mi ha ricordato che la cultura greca sa essere sexy, se raccontata con il giusto piglio.
Mi sento grata per questo incontro, che si è concluso nel momento in cui Andrea, scendendo dall’auto che la portava a Verona, ha trovato ad accoglierla la prima ragazza a cui ha dato lezioni di greco.
Un continuo viaggio, dunque, e sempre ricco di sorprese.
Marcolongo, Andrea, La misura eroica, Mondadori, 2018, pp.216, euro 17.00
Andrea Marcolongo, scrittrice, ha 31 anni, si è laureata in Lettere Antiche all’Università degli Studi di Milano. Nella sua vita ha molto viaggiato e ha vissuto in dieci città diverse, ora ha scelto di vivere in Bosnia Erzegovina, a Sarajevo. Il suo libro d’esordio dedicato all’amore per il greco, La lingua geniale, con oltre 100.000 copie vendute solo in Italia, è diventato un caso editoriale tradotto in 17 paesi. Scrive di libri e di cultura per «La Stampa» e «D di Repubblica».
Un commento
Vinicio gardoni
Ho scoperto Andrea a ottobre del 2016.Le ho scritto paragonandola ad Annie Ernaux.Ha mantenuto tutte le promesse ed e’divenuta una Star non solo come scrittrice.E’ovunque .Grande viaggiatrice giustamente ha dedicato il suo ultimo libro al viaggio.Due sere fa ho suggerito al suo Editor un saggio sull’Andrea-pensiero.Eccezionale performer può fare qualunque cosa.