Lost & found, di Brigit Young
Recensione di Lost & found a cura di Frida Maggi
Il libro parla di una ragazza di nome Tillie che si nasconde sempre dietro l’obiettivo della sua fotocamera e infatti a scuola viene chiamata “ufficio degli oggetti smarriti” perché scattando spesso foto di oggetti e persone riesce ad aiutare tutti a ritrovare ciò che viene perso.
Tillie da piccola ha fatto un incidente rimanendo zoppa, e la sua macchina fotografica l’ha aiutata a superare il suo problema, cioè la vergogna nei confronti degli altri che provava dopo aver subito il grave infortunio. Aveva infatti molte difficoltà a parlare con i suoi coetanei perché si sentiva diversa e a disagio.
Un giorno però Jake, uno dei ragazzi tra i più popolari della scuola, le chiede aiuto per ritrovare suo padre. E così Tilli deve cominciare ad avere a che fare con i ragazzi della sua età.
Scopre anche la difficoltà di capire cosa si può indagare e cosa no, cosa si può raccontare e cosa è meglio tenere segreto.
Nota a margine: Lost & found ha vinto il Premio Andersen 2018 come miglior libro oltre i 12 anni per la “scrittura originale e scorrevole, in perfetto equilibrio tra ironia e dramma, che affronta con finezza psicologica i temi dell’amicizia tra coetanei e del rapporto con i genitori”.
Young, Brigit, Lost & found, Up Feltrinelli, traduzione di Alessandro Peroni, 2018, pp. 192, euro 14,00
Brigit Young si è trasferita dal Michigan a New York all’età di 19 anni. Ha pubblicato poesie e racconti su molte riviste e ha vinto l’Esther Unger Poetry Award. Lost & Found (Feltrinelli Up, 2018) è il suo romanzo d’esordio.