Motivi di famiglia, di Aldo Pagano
È di Alessia Abbrescia, il corpo che viene trovato riverso sul bordo di una piscina comunale di Bari all’alba di un giorno di fine estate. L’ultima volta che è stata vista viva, stava partecipando alla festa di compleanno di un’amica.
A vederlo per primo è Rosario, il custode dell’impianto, che in un primo momento pensa che la giovane sia solo addormentata, magari sotto l’effetto di alcool o droghe. Lui lo sa, che qualche volta i ragazzi di notte scavalcano il muro di cinta per intrufolarsi in piscina quando non c’è nessuno. Lui lo sa e li lascia fare, perché così può spiarli nella loro euforia e nella loro intimità.
Guarda quel corpo e pensa di potersi divertire mentre la ragazza è incosciente. Lo guarda e l’eccitazione prende il sopravvento. Lo guarda e vede una morta, una morta ammazzata. E allora non gli resta che scappare, portando con sé i suoi trascorsi penali e la certezza che chiunque, in qualunque caso, di quell’omicidio avrebbe incolpato lui.
Sul caso indaga il pubblico ministero Emma Bonsanti, che dopo un lungo periodo milanese è tornata nella sua città d’origine pronta, forse, a confrontarsi col suo passato ingombrante e certamente doloroso.
Motivi di famiglia
Alessia Abbrescia aveva appena diciotto anni, era bellissima, popolare, e proveniva da una famiglia della Bari bene che si era arricchita negli anni d’oro con la speculazione edilizia ma che, a dire il vero, dopo la morte del nonno della ragazza, fondatore dell’impero, aveva dovuto affrontare qualche difficoltà finanziaria. Le indagini partono da lì, dalla famiglia.
E ovviamente no, nessuno poteva volere il male di Alessia perché lei era speciale, una figlia modello, benvoluta da tutti e soprattutto controllata a vista dalla madre, che aveva accesso ai suoi dispositivi elettronici e monitorava tutti i suoi spostamenti e le sue relazioni. Quindi no, nessuno poteva volerla vedere morta.
Certo che no, nessuno. Lo dice anche Ludovica, l’amica della festa. Cioè sì, si sapeva che Alessia era particolare e che a qualcuno era antipatica perché si atteggiava e si sentiva superiore a tutti. Però col tempo si era fatta accettare e no, nessuno le voleva male e no, non era strana alla festa.
Emma Bonsanti ascolta, e pensa. Pensa che nessuna famiglia sia al riparo dalla sofferenza; non bastano i soldi, il potere, la fama. Non bastano e lei lo sa bene, perché a sua volta proviene da un nucleo molto in vista in città, anche se ormai a tener viva la memoria dei fasti è rimasta solo la madre, una donna apparentemente fredda che vive sola in un palazzo del centro, circondata dai suoi sogni e dalle sue passioni, lontana dal marito che l’ha abbandonata da tempo, da un figlio che vive in America e dalla stessa Emma, che una volta rientrata a Bari ha preferito vivere altrove.
Emma lo sa che le cose non sono mai come sembrano, e sente che il caso Abbrescia non sarà semplice da gestire. Il custode? Certo, fa delle verifiche ma lei lo sa che la verità si troverà altrove, più in fondo, vicino a dove vivono i segreti.
E infatti quello che emerge dalle indagini è un groviglio di cose non dette, minacce appena sussurrate, rancori sopiti e paure inconfessabili. Per sapere bisogna scavare, e più si scava più il buio inghiotte la luce.
Motivi di famiglia non è solo un thriller scritto magistralmente, è lo specchio di una certa società nella quale anche una ragazza di diciotto anni è sacrificabile. I personaggi del romanzo concorrono, con la loro rotondità, a creare un congegno narrativo senza sbavature e verosimile. Sono le voci femminili, le più forti. Aldo Pagano sa far parlare con la stessa credibilità la cinquantenne Emma Bonsanti e le ragazze adolescenti. Sa tradurre il pensiero di un gruppo di attivisti come quello di una madre che ha perso una figlia.
La sua scrittura trascina oltre la trama, e intendo dire con questo che se appare naturale per il lettore risolvere il caso, è altrettanto vero che la forza dei personaggi fa nascere il desiderio di tenerli vicini a prescindere dalla storia. I temi sono tanti e di importante approfondimento sociale. Uno su tutti? Il fine vita, inteso come diritto alla vita.
Pagano, Aldo, Motivi di famiglia, Piemme, 2019, pp. 392, euro 18,50
Aldo Pagano è nato a Palermo nel 1966, ha vissuto a lungo a Roma, Bari, Milano e Como. Ex giornalista ed ex sommelier, fra le tante altre cose che ha fatto gli piace ricordare gli anni nelle pubbliche relazioni e il lancio di un fichissimo chiosco da spiaggia.
La protagonista di Motivi di famiglia, il pubblico ministero Emma Bonsanti, è apparsa anche nel suo primo romanzo, La trappola dei ricordi, pubblicato nel 2015 da Todaro e in corso di ripubblicazione per Piemme.